Qualcosa di nuovo cresce nonostante l'incuria dell'uomo: sono capace di accorgermene?
Chi posso prendere come esempio?
La Voce di Ferrara-Comacchio nella seconda settimana di Avvento pubblica #passa_Parola n. 55: il testo integrale si può leggere anche qui.
“In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici.”
Quel giorno di cui parla Isaia è oggi, è il tempo che ci è donato: quello in cui aprire gli occhi, le orecchie, il cuore per accogliere il virgulto che sta spuntando dalle radici della nostra storia.
Il virgulto è un germoglio, una pianta giovane, un ramo sottile che si protende verso il cielo: è quello che vedo nel cortile del palazzo di periferia in cui abito. Spuntato dai resti di un albero malato che è stato abbattuto, ha la forza e l'imprevedibilità della vita che esplode nonostante l’incuria dell'uomo.
Io stesso sono già un albero con qualche anno sotto la corteccia e mi chiedo se favorisco la crescita di nuovi virgulti o se, invece, con la mia presenza ingombrante, soffoco ogni novità che mi spunta intorno. Non so dare una risposta se non provare ad affidarmi a Dio chiedendo la forza e la fiducia per vedere, accogliere e accompagnare ciò che di nuovo sta nascendo.
Cerco, perciò, chi mi può essere di esempio: i testimoni veri con cui ho avuto la fortuna di fare un po’ di strada. Penso a Luisa, la mamma di Laura Vincenzi che da poco si è ricongiunta con sua figlia in Paradiso: l’ho conosciuta come un concentrato di forza e mitezza capace tenere insieme, nella gioia e nella sofferenza, tante persone dentro e fuori dalla sua famiglia. Donne e uomini come lei rappresentano il tronco su cui tanti virgulti prendono forza: la santità nella concretezza della vita quotidiana che, senza proclami, dà vita a giovani piante che sanno innalzarsi oltre le nuvole.









